Valore Sportivo

«Lo Sport: un grande valore non riconosciuto»

Così afferma a gran voce Dario Gennaro, campione in vasca ed oggi attento osservatore di un mondo che sente suo e sta cercando di mettere in risalto

Dario Gennaro ha giocato nella Pro Recco delle meraviglie. Proprio con la squadra dei record ha conquistato Scudetti, Coppe Italia e Champions League. Oggi, però, conosciamo un Dario Gennaro manager: lo stesso che, da vicino, ha seguito proprio la Pro Recco Waterpolo, lo Spezia Calcio e la Sampdoria. Oggi andiamo a conoscere l’uomo che del marketing sportivo ha fatto una scelta di vita.

Dario Gennaro, quale valore ha lo Sport?

«Un valore immenso che, ahimè, non è riconosciuto. Lo sport ha un valore sociale e di benessere ma anche economico; pensate che genera 25 miliardi di Pil diretto (nel 2012, ndr) e 53 miliardi di Pil indiretto. Si tratta di una risorsa che genera valore e purtroppo non è riconosciuto come dovrebbe. La pandemia, poi, lo ha dimostrarto per l’ennesima volta; lo si percepisce dall’interesse limitato nel tutelare lo sport. Siamo poco considerati a livello nazionali».

Perché lo Sport è così poco considerato?

«Lo sport è gestito da una platea di volontari e dirigenti che fanno tutto a titolo volontario. Encomiabile ma non abbastanza. Certo questo aspetto non va cancellato ma andrebbe inquadrato. È necessario aumentare la professionaltà all’interno dello sport».

Come fare?

«Virare una società e allargare la propria utenza attraverso servizi diversi creati dallo sport. C’è la tendenza a chiudersi. I margini sono esigui per davvero».

Cioè?

«Fare sport e offrire servizi nuovi».

Quali?

«Utilizzando proprio gli impianti, anche la sera per esempio. Allargare lo sport, cambiare impostazione mentale alla ripresa».

È impossibile arrivare al modello calcio?

«È tutto proporzionale. Il bilancio di una società di calcio destina la propria spesa alla parte tecnica. I club destinano fino al 25 per cento alla parte organizzatva come il marketing. Nella pallanuoto, per esempio, si parla del 98 per cento alla parte tecnica. A prescindere dagli zero che ci sono in fondo ai numeri si tratta di un discorso di proporzione. È bene investire in un manager o in comunicazione e marketing. Serve ridistribuire i valori, parliamo di un discorso di conetto e non di valore economico. La scuola dello sport del CONI può essere, ed è, un promotore della Liguria, è un promotore proprio di queste idee innovative; diversificazione dei servizi, impresa sociale, inserimento delle società sportive nel terzo settore per ampliare le opportunità anche economiche».

C’è un altro tema importante, quello della Salute

«Una persona che fa sport garantisce un risparmio tre volte maggiore rispetto all’investimento portato avanti in un Paese. Lo sport non è riconosciuto come meriterebbe perché non riesce a insistere abbastanza su certa tesi; investire in sport garantisce persone più sane. Anche questo tema è strategico, quello di investire in sport garantisce persone più sane dal punto di vista psicologico e fisico». 

Questa pandemia che danni ha portato?

«Purtroppo il danno è incalcolabile. Siamo ancora in una fase di emergenza e abbiamo la testa concentrata a tutelarci in emergenza finanziaria. Cambierà tutto il mondo. Tutti abbiamo imparato a portare la palestra in casa. È cambiata la mentalità di chi si allena. Le analisi si possono fare solo a posteriori. È necessario pensare alla ripartenza, il piano vaccinale è partito e adesso è bene pianificare la ripartenza. Serve una data precisa. Meglio va per le piscine perché non sono sostituibili in casa come le palestre».

Ma. Sac.

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