Valore Sportivo

Giulia Emmolo, la mancina terribile del Setterosa

Giulia Emmolo nasce a Imperia, cresce insieme alle “ragazze terribili” di Marco Capanna collezionando un Argento alle Olimpiadi di Rio 2016, un Oro all’Europeo di Eindhoven nel 2012 e un Bronzo ai Mondiali di Kazan. Senza considerare le vittorie ottenute con i club come lo Scudetto a Imperia nel 2014 più le coppe europee che ha alzato a cielo. Dopo l’esperienza ellenica con l’Olympiakos Pireo ha fatto ritorno in Italia all’ombra dell’Etna tra le file dell’Orizzonte Catania.

Giulia, bentrovata…

«Grazie».

Prima domanda subito a bruciapelo. Il campionato, lasciando l’ultima partita che vi ha visto soffrire contro Padova, come lo vede?

«Abbiamo perso, proprio così. È un campionato equilibrato. Le prime quattro sono tutte molto forti. Diciamo che la sconfitta ci ha fatto capire quali aspetti dobbiamo lavorare. D’altra parte è un campionato particolare. Non sappiamo come ci giocheremo lo scudetto perché le linee guida ancora non ci sono. Viviamo alla giornata. Dobbiamo restare concentrate».

Questo è anche un anno molto particolare. Come ci si prepara? 

«Già, l’anno olimpico… Non sappiamo nulla di quello che ci aspetta. Sinceramente non so rispondere. Io aspetto e vedo quale sarà il futuro e il progetto. Io personalmente ho una voglia matta di giocare a pallanuoto. Quest’anno faccio trent’anni ma mi sento una ragazzina. Dopo le sconfitte, a mio parere, ogni atleta conosce il proprio valore e vorrebbe dimostrarlo ancora di più. Bisogna solo lavorare ed è una fortuna in un momento come questo poter continuare ad allenarci. La società ci sostiene in tutto e per tutto, li ringrazio per questo perché e non è scritto da nessuna parte che sia garantito. Grazie al mio club riesco a fare la professionista».

A Catania come si trova?

«Benissimo. Martina Miceli è un ottimo allenatore. È stata il mio primo capitano con il Setterosa. Lei ama questo sport. Ci vorrebbero dei cloni sparsi per l’Italia come Martina Miceli».

Com’è cambiata la pallanuoto e com’è cambiato il Setterosa?

«Ora non ha più senso parlare di grandi e piccole. Le più giovani non sono delle bambine. Ognuno dovrebbe prendersi le responsabilità e metterci del suo. Sono cambiati i tempi, è cambiata la pallanuoto ma anche le dinamiche stesse. Bisogna ragionare di gruppo. Porre obbiettivo a breve e a lungo termine. Per arrivare a Parigi dobbiamo attraversare sconfitte, cadute e lacrime che devono essere prese nel mondo giusto. Il valore c’è in questo Setterosa. Non manca nulla. Dobbiamo trovare l’equilibrio perfetto».

Se le dico Marco Capanna?

«Stima reciproca. Mi ha allenata per 11 anni e molte soddisfazioni le abbiamo raggiunte insieme. Abbiamo preso due strade diverse».

Coltiva sempre la passione per la cucina?

«Certo… Cucino tantissimo. Qui bisogna stare attentissimi ma il piacere per il cibo non si perde mai».

Giulia Emmolo in azione. Foto Credit Mfsport

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