Valore Sportivo

«Stanno minacciando me e i miei cari, ma la mia lotta al doping continua»

Il pluri campione Bruno Danovaro è bersaglio di un gruppo di persone che lui ha denunciato. L’appello ai giovani: «Denunciate chi vi vuole vendere vittorie facili, senza fatica

MILANO – Nella sua lunga vita sportiva, Bruno Danovaro ha gradito vestire i panni di “uomo da copertina”: spirito di sacrificio, impegno, costanza, longevità agonistica senza pari ed una serie di record in diverse discipline sportive sono concetti e situazioni che lo hanno spesso portato alla ribalta.

Partendo da qui, crediamo di interpretare il senso di rammarico con il quale oggi l’imprenditore, di origine ligure ma milanese praticamente da sempre, si trova suo malgrado al centro dell’attenzione.

La chiacchierata con il collega Gianluca Rossellini che ha fatto il giro d’Italia, pone Bruno Danovaro sotto un’altra luce che pone in evidenza un aspetto che lui stesso ha cercato di portare in superficie perché vuole evitare che oscure ombre “avvolgano” quelle discipline sportive che ama visceralmente.

«Ho combattuto per tutta la mia vita – racconta Bruno Danovaro, immaginando il tono di vice ferma – chi crede di ottenere risultati attraverso scorciatoie e pratiche illegali che falsano gli esiti sportivi, danneggiano il corpo di chi li usa, e in alcuni casi portano anche alla morte. Sono sempre contro chi promuove prodotti dopanti».

Una lotta che Bruno Danovaro ha sempre combattuto a viso aperto, con tenacia e mentalità di chi non arretra mai di fronte ad un ostacolo. Esattamente come succede ogni volta che sale sul ring o si pone al cospetto di imprese sportive estreme. Ed è probabilmente questo suo personalissimo modo di “parlar chiaro” che infastidisce: «Da settimane un gruppo di persone ha iniziato a minacciare di morte me e miei familiari, mi hanno seguito e fotografato per intimidirmi, mi hanno inondato di insulti nei social, mi hanno denigrato con i miei sponsor e con dei giornalisti del settore. Ma non mi sono lasciato intimidire, ho denunciato queste persone, e con coraggio vado avanti per la mia strada, cercando di portare avanti i valori e la vera cultura sportiva tra i giovani».

«Stanno distruggendo la vita di molti ragazzi – prosegue Danovaro – e mi minacciano perché ho sempre combattuto questi veleni. Ho detto sempre a chi mi segue, che solo il duro lavoro può far diventare un vero atleta, al di là dei risultati, dei premi e dei soldi; bisogna isolare chi propone queste sostanze pericolosissime per mero vantaggio personale danneggiando la salute degli altri. Negli ultimi mesi mi hanno preso di mira – aggiunge ancora l’atleta imbattuto da 112 match – prima con semplici insulti, con una campagna denigratoria giornaliera, poi contattando anche alcuni miei sponsor e riuscendo tramite pressioni e minacce di boicottaggio a farmi perdere un contratto, procurandomi anche un danno economico. Hanno proseguito anche contattando dei giornalisti del settore cercando di far capire loro che non ero un vero campione come avevano scritto. Tuttavia, questi giornalisti, dopo aver approfondito le loro false accuse, si sono resi conto che si trattava solo di fandonie inventate contro di me. Inoltre, visto che proseguivo a combattere il doping hanno iniziato a minacciarmi di morte, alludendo a possibili ‘incidenti’ e lo stesso hanno fatto con alcuni componenti della mia famiglia. Poi hanno preso a seguirmi e fotografarmi, con condotte persecutorie».

Non sono frasi dette per accentuare i toni, quelle pronunciate da Danovaro. Nella giornata di ieri, mentre usciva di casa, è stato investito da un rider in bicicletta il quale, anziché chiedere scusa, lo ha assalito con spinte ed insulti mettendosi in posizione di guardia. Danovaro lo ha neutralizzato e messo in fuga, accorgendosi poi che quel ragazzo era riconducibile al gruppo di persone che lo sta minacciando.

«Si tratta da persone che si muovono in gruppo, sono combattenti nelle arti marziali con imponente stazza fisica, ed alcuni hanno anche precedenti penali. Ho quindi dovuto cambiare abitudini lavorative e sportive, e ho chiesto un decreto di allontanamento per questi personaggi dai luoghi da me frequentati. Ora aspetto che le autorità competenti intervengano, sperando non sia troppo tardi. Mi auguro davvero che i giovani che intraprendono le mie stesse discipline sportive o altre, non si facciano fuorviare e scelgano la vita, la lealtà, l’integrità: chi tenta di condizionarli, utilizza queste discipline solo per commettere atti di violenza e prevaricazione e ha solo un interesse economico perché vuole vendere i propri prodotti. Se tutti si i rifiutano di truccare i propri risultati con questi artifici, le soddisfazioni poi saranno maggiori. Lo sport è onesto: vinci o perdi, ma senza compromessi. E io ho sempre avuto problemi ad accettare qualsiasi compromesso. Denunciate anche voi giovani – è l’accorato appello di Bruno Danovaro – chi vi vuole vendere vittorie facili, senza fatica».

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