Valore Sportivo

«Lasciateci la possibilità di “vivere” lo sport»

Silvia Cattaneo, presidente di HST Varese: «Il progetto di riqualificazione del Palaghiaccio tutela solo gli interessi di un privato. Non potremo più svolgere attività. I nostri atleti meritano più attenzione»

VARESE – Quanto vale portare avanti, ogni giorno, con volto fiero pur in mezzo a mille difficoltà, il concetto che tutti devono avere la possibilità di praticare sport?

Quanto vale impiegare persone, tempo e risorse, nel condurre in porto una filosofia per la quale chiunque si avvicina ad una disciplina merita massimo rispetto, strutture adeguate, allenatori ed educatori che insegnino non solo la tecnica ed i fondamentali, ma anche quella condivisione di gioie, dolori ed emozioni che solo lo sport sa regalare?

Paradossalmente, è proprio un progetto che sta rischiando di mandare tutto a carte quarantotto: la riqualificazione del Palaghiacchio di Via Albani, all’interno del quale c’è la piscina, ossia il “quartier generale” dell’attività dell’associazione sportiva varesina. Progetto che, per farla breve, prevede un drastico ridimensionamento della vasca: dall’attuale profondità di 1,90-2,10 m. a quella del nuovo progetto: 1,22-1,50 m., misure che rendono impossibile il gioco della pallanuoto, ma non solo: «Ci sono tanti aspetti della vicenda – commenta Silvia Cattaneo – che suscitano perplessità ed anche tanta tristezza. Ci rammarica, fortemente, evidenziare che il progetto non tiene minimamente conto delle esigenze di società come la nostra. Ci destabilizza verificare che il ridimensionamento delle misure della vasca, avviene nel nome di un presunto risparmio energetico. In pratica vale l’equazione: meno acqua, meno costi. Ci addolora, infine, constatare che in questa circostanza, la funzione sociale ed educativa viene calpestata da altri tipi di interesse. Gli interessi di un privato che opererà in un impianto pubblico».

«Da quando siamo nati – specifica la “numero uno” di Happy Sport Team – la nostra proposta sportiva si è staccata dal concetto di agonismo, dalla ricerca spasmodica della prestazione e del risultato. Abbiamo aperto la porta a tutti, e tutti hanno avuto la possibilità di praticare nuoto e pallanuoto. Affiliandoci al CSI (unico club natatorio di Varese ndr) e a PallanuotoItalia abbiamo chiarito quale vuole essere la nostra dimensione. Risultati, ed anche di prestigio, sono arrivati comunque, in entrambe le discipline. Per noi sono stati, però, soprattutto degli splendidi momenti di condivisione».

Che margini di manovra ci sono, per risolvere la questione?

«Ci troviamo di fronte ad un progetto che lascia ben poco spazio all’immaginazione e ad una proposta di convenzione lunga ben 36 anni. L’unica strada da percorrere è cercare di dialogare con le istituzioni, anche leggendo tra le righe degli accordi presi. Valutando nel dettaglio i passi che hanno portato alla decisione assunta. C’erano due progetti, ma è stato scelto quello che non tutela le associazioni sportive varesine e garantisce, unicamente, il profitto del privato. Abbiamo posto la questione in ogni modo, ma sino ad oggi la nostra voce è rimasta inascoltata. Auspico che gli amministratori varesini si impegnino per tutelare e favorire l’attività sportiva: il Palaghiaccio è una struttura pubblica e, come tale, ha una finalità pubblica e sociale».

Come state gestendo il momento al vostro interno?

«C’è grande e motivata preoccupazione. A causa dell’emergenza sanitaria, il nostro impianto è chiuso da parecchie settimane. Sette atleti su otto non sono riusciti a riprendere l’attività: qualcuno è rimasto fermo, qualcuno ha provato altre esperienze sportive. Non possiamo valutare nemmeno soluzioni alternative: alla piscina comunale non ci sono spazi, in zona non ci sono impianti a disposizione e infine non abbiamo le risorse per dotarci di un impianto nostro. Abbiamo dovuto giocoforza “frenare” la nostra attività – conclude Silvia Cattaneo – ma sono sicura che se verrà fatta luce, e verrà quindi presa una decisione equa, ripartiremo più tenaci e motivati che mai».

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